Alcune volte c'erano dei vantaggi nell'essere bassi. Landry, con il culo che sporgeva da sotto il tavolino da gioco pieghevole del diciassettesimo secolo, si fermò per pensare alle altre occasioni in cui i suoi centosessantasette centimetri erano stati d'aiuto. Non quando cercava di farsi servire nel suo locale preferito, anche se essere schiacciato tra tutti quei corpi vestiti di pelle nera era sempre piacevole. Sbuffò. Neanche quando cercava la sua marca preferita di patatine al supermercato, che erano sempre sullo scaffale più alto. Messe lì, ne era sicuro, dall'arrogante vicedirettore come vendetta nei confronti di Landry, che aveva rifiutato la sua offerta di un pompino veloce nei bagni del personale. Chi diavolo vorrebbe accettare? Non erano utili neppure durante i pranzi di famiglia, quando si sedeva tra i fratelli gemelli più grandi di lui e sembrava un gatto munchkin biondo tra due comparse di Vikings.
Tornò indietro, dimenando il fondoschiena per evitare un piatto con i disegni floreali in bilico su un secchiello d'ottone. Gli facevano male le ginocchia e aveva sbattuto il gomito contro un parafuoco di ghisa, ma perlomeno era riuscito a salvare la palla di cannone malconcia che aveva tentato la fuga sotto pile traballanti di oggetti.
“Beh, questa sì che è una bella vista.”
“Ehi!” Landry era più indignato che lusingato. Cercò di alzarsi ma lo fece troppo in fretta, sbattendo la nuca contro il tavolo di quercia solido e privo di tarli. “Che io sia fottuto!” Alla fine riuscì a divincolarsi e si alzò in piedi, cercando di sistemare i capelli in disordine ma riuscendo solo ad arruffarli ancora di più.
“È una richiesta?”
Landry guardò in su… e ancora in su… fino ad incontrare un paio di scintillanti occhi azzurri. Il cliente, perché era ciò che Landry immaginava fosse il nuovo arrivato, era stupendo, con una bellezza in stile fai-di-me-ciò-che-vuoi e un sorriso sul volto. Beh, in realtà stava ghignando.
“Davvero divertente. In cosa posso aiutarla, signore?” Landry strinse i denti e si ricordò che il signor Lao, il suo capo, lo avrebbe schiacciato come un insetto se avesse saputo che aveva sgridato un potenziale cliente. Anche se, in questo caso, potrebbe valere la pena farsi schiacciare da quest'uomo meraviglioso.
“Un'altra domanda interessante.”
Landry alzò gli occhi al cielo. Capelli neri, occhi azzurri e una mascella cesellata e leggermente scurita da un velo di barba, non equivalevano a un passepartout universale. “Il salone dei massaggi è tre porte più avanti, poco prima della chiesa di St. Peter. Può scegliere qualcuno per fare quello che vuole e poi confessare i suoi peccati, tutto nel giro di un'ora.” Fece un inutile tentativo di togliere la polvere dai jeans neri strappati sulle ginocchia.
Occhi Blu infilò una mano nella tasca interna della giacca e tirò fuori il portafoglio, che aprì per mostrare un badge e il distintivo della polizia di Seattle.
“Gage Roskam. Il tuo capo è qui?”
Landry era più eccitato che intimidito da quel distintivo. Un poliziotto più un paio di manette equivalevano a qualcosa di davvero sexy. Ogni poliziotto che aveva incontrato nella sua vita aveva avuto un atteggiamento del tipo non-scherzare-con-me e una naturale inclinazione al controllo, proprio il genere di uomo con cui Landry amava divertirsi. Sbatté le ciglia. “E cosa le fa pensare che io non sia il capo?”
“Non sei un uomo cinese di sessantotto anni di nome Jian Lao, no?”
“È davvero arguto, agente. Tutto l'addestramento che ha fatto ha dato i suoi frutti.” Landry mosse i fianchi più del normale mentre tornava verso la cassa dall'altra parte della stanza.
“Sto solo usando bene i soldi delle tue tasse, ragazzino.”
“Ehi! Non dovrebbe chiamarmi 'signore', visto che è un funzionario pubblico in servizio?”
“Nei tuoi sogni. Sei tu che dovresti mostrare più rispetto per le forze dell'ordine.”
“Mi costringerà a farlo?”
“Sei fortunato che sono in servizio, altrimenti ti farei piegare sulla superficie orizzontale più vicina e ti sculaccerei come meriti.”
“È una cosa che insegnano sul Manuale del Grande Poliziotto Cattivo?” Landry corse dietro la cassa, grato che il bancone gli arrivasse ai fianchi e nascondesse la crescente erezione. “Perché non penso che sia una cosa molto professionale.”
“Uso il linguaggio più appropriato per questa situazione.” Gage sorrise. “Posso darti il numero del mio distintivo se vuoi fare un reclamo ufficiale. Invece, se vuoi approfondire la conversazione riguardo il tuo atteggiamento, puoi chiamare questo numero.” Afferrò una penna dal barattolo vicino al registratore di cassa, poi scarabocchiò una serie di numeri sul primo foglio del block-notes lì di fianco.
Landry si mordicchiò il labbro inferiore. Aveva ricevuto molte proposte ma c'era qualcosa in Gage Roskam che lo attraeva. Avrebbe potuto tranquillamente tatuarsi la parola “Dom” sulla fronte, e quello premeva tutti i tasti giusti dentro Landry. Lo aveva anche rimproverato per il suo atteggiamento sarcastico, cosa che divideva Landry tra il cercare una risposta altrettanto sarcastica e il cadere in ginocchio in modo sottomesso. Respinse quell'ultimo impulso.
“Ora è lei quello che sta sognando. Il signor Lao non è qui.” Landry controllò l'orologio. “Ed è andato a pranzo con un gruppo di amici del club di bowling, quindi non mi aspetto che torni presto. C'è qualcosa che posso fare per lei che non comporti il mio arresto?”
Gage gli rivolse uno sguardo intenso, che fece contorcere Landry e gli fece desiderare di aver indossato un paio di pantaloni più larghi quella mattina. “Sì. Ho alcune fotografie a cui vorrei tu dessi un'occhiata.” Tirò fuori il telefono.
“Quanto sono spinte?” chiese Landry. “Perché penso sia il caso di informarla che ci sono alcune cose che non mi piacciono.”
“Solo alcune cose? Mi sorprendi. Ti piace la merce rubata?”
“No, certo che no.” Landry sbuffò. “Treasure Trove Antiques è un negozio rispettabile. Il signor Lao non compra niente senza prima verificarne la provenienza, e io non compro nulla perché il signor Lao ancora non me lo permette. Non riesco a capire la differenza tra la dinastia Ming e la spazzatura per turisti prodotta in qualche fabbrica clandestina di Kowloon, anche se sta cercando di insegnarmi qualcosa. Sono una specie di apprendista.”
“Se ti mostrassi una manciata di foto, saresti in grado di capire se hai qualcuno di quegli oggetti nel magazzino?”
“Questo posso farlo.” Landry non poté fare a meno di vantarsi un po'. “Il signor Lao ha difficoltà perfino a ricordarsi che giorno della settimana è. Conta su di me per trovare quello che i clienti stanno cercando, e in questo posto…” Fece un gesto per indicare lo stanzone semibuio pieno fino a scoppiare di oggetti. “Beh, direi che è quasi un miracolo.”
“C'è un posto dove possiamo sederci? Perché potrebbe volerci un po' di tempo.”
“Per me un caffellatte formato gigante alla vaniglia, senza lattosio, e un brownie.”
Gage sospirò. “Sei fortunato che io sia un uomo paziente. Dove mi consigli di andare a prenderli?”
“Dipende.” Landry si picchiettò un dito sulle labbra. “Non sembra un cliente abituale di Starbucks, ma ce n'è uno in fondo all'isolato. Il locale lì accanto è un piccolo bar indipendente, e non ci sono molte cose che non farei in cambio di una fornitura regolare dei loro dolci.”
“Che aspetto ha un cliente abituale di Starbucks? No, aspetta, non dirmelo. Non ho bisogno di saperlo.”
“La mia collaborazione dipende da cosa posso guadagnare in cambio.”
“In pratica mi stai dicendo che devo farti una proposta valida?”
“Certo. A patto che si tratti di cioccolato. O caffè. Anzi, possibilmente entrambi e in grandi quantità.”
“Torno tra cinque minuti. Non andare da nessuna parte.”
“Forse dovrebbe ammanettarmi, agente.” Landry sbatté le palpebre.
“Sono un detective, e non tentarmi.” Gage si diresse verso l'uscita.
Landry tenne lo sguardo incollato sul culo dell'uomo, desiderando che la giacca non lo coprisse così bene. Si leccò le labbra e premette il palmo della mano sulla propria erezione.
“Stai giù, ragazzo. Comportati bene. Finirai per mettermi nei guai… Non che sia contrario al pensiero di fare un piccolo gioco di ruolo tra criminale e poliziotto cattivo con il detective Roskam.”
Un tavolo intagliato in stile mediorientale non lontano dalla cassa avrebbe permesso a Landry di tenere d'occhio il negozio mentre aiutava Mr. Detective Sexy. Trascinò un paio di robuste sedie degli anni '30 lungo il corridoio, sistemandole dietro il tavolo. Girò anche la malconcia lampada Anglepoise, appoggiata vicino al registratore di cassa, in modo che illuminasse un po' il tavolo, dato che il signor Lao preferiva che il locale rimanesse immerso nella penombra, nella speranza che alcuni clienti non guardassero troppo da vicino quello che stavano comprando.
C'erano alcune persone che curiosavano tra gli scaffali e Landry incartò un vaso di art decò in vetro pressato per una giovane coppia che aveva intenzione di regalarlo a uno dei genitori per il compleanno. Aveva appena finito di incartarlo, stando attento a non perdere il pezzo di carta su cui Gage aveva scritto il proprio numero, quando il detective tornò con un portabibite di cartone pieno di caffè e un sacchetto di carta. Landry guardò il nome su entrambi, felice di notare che venivano dal bar indipendente. Salutò i clienti e poi afferrò la busta, sbirciando all'interno e vedendo due brownies formato extra large, biscotti al doppio cioccolato e due muffin con mirtilli e cioccolato bianco.
“Non male,” mormorò Landry, infilandosi in bocca un pezzo di brownie. “Oh mio Dio, questo è il paradiso.”
“Chiunque penserebbe che non mangi da una settimana.” Gage appoggiò le bibite sul tavolo. Si sfilò la giacca e la mise sullo schienale di una sedia.
Landry non poté fare a meno di ammirare il modo in cui la maglietta si tendeva sul petto ampio. Quest'uomo è in forma. Pagherei qualsiasi cifra per dare una sbirciatina a quello che nasconde sotto i vestiti. “Ehi, non mi giudichi. Mi sono svegliato tardi perché mi sono dimenticato di mettere la sveglia e non ho avuto tempo di fare colazione. Di solito faccio un salto qui accanto, ma oggi il signor Lao è uscito prima che ne avessi la possibilità e non posso lasciare il negozio incustodito. Ha occhi ovunque e lo saprebbe subito, anche se chiudessi solo per cinque minuti. C'è un bollitore sul retro ma il mio capo tiene solo del tè. Del tè. Quell'uomo non ha tutte le rotelle al posto giusto. Pensa che il caffè sia la bevanda dei rituali satanici. C'è qualcosa di davvero strano in lui. Ha comprato il bollitore in Inghilterra durante un viaggio d'affari e ora si fa mandare del tè ogni pochi mesi perché si è innamorato di questa marca che qui non riesce a trovare da nessuna parte.”
“Hai finito?” Gage si sedette, spostando la sedia in modo da poter allungare le gambe e incrociale all'altezza delle caviglie.
“Perché? Deve andare da qualche parte?” Landry mise il broncio.
“Sono sicuro di poter trovare un posto meno frustrante dove trascorrere il mio tempo.” Gage gli porse uno dei caffè. “Ecco il tuo intruglio.”
“Immagino stia pensando che è poco virile bere qualcosa che non sia caffè nero e amaro.” Landry sollevò il coperchio della tazza da asporto e ne inspirò il dolce aroma. “Dovrebbe provare questo. Potrebbe addolcire un po' il suo carattere.”
Gage prese uno dei biscotti dal sacchetto. “Sono stato fin troppo dolce con te.”
“Davvero? E cosa le fa pensare che io sia interessato agli uomini dolci?”
“Immagino che sia l'ultima cosa che vuoi o di cui hai bisogno. I ragazzini come te necessitano di una mano ferma.”
Dal tono di Gage, Landry intuì che sarebbe stato più che felice di fornirgli lui stesso quella mano. “Ed ecco di nuovo che fa dei commenti inappropriati. Non aveva alcune foto da mostrarmi?”
“Possiamo riprendere il discorso sul tuo bisogno di disciplina più tardi, quando non sarò in servizio.” Gage appoggiò il telefono sul tavolo. “Scorri verso sinistra. Fermati se vedi qualcosa di familiare. È un telefono di servizio, non personale, quindi non eccitarti troppo.”
Una sfilza di oggetti d'antiquariato passò davanti agli occhi di Landry mentre scorreva l'ampia galleria. Dipinti a olio presero il posto delle porcellane, poi fu il turno dei mobili e infine dei gioielli. “Non riconosco niente…” Landry continuava a scorrere, ma quasi tutti quegli oggetti sembravano troppo costosi per le tasche del signor Lao. “Alcuni di questi pezzi sono davvero stupendi. Il capo trova degli oggetti interessanti, ma questi vanno ben oltre il suo budget. Aspetti…” Landry tornò indietro, sull'immagine di una collana d'oro e ametista. Risalente ai primi anni del '900, sembrava familiare. “Questa… la luce non è delle migliori, ma credo che questa sia qui nel negozio. Oh, Dio, il capo è nei guai?” Il suo cuore perse un colpo. Il signor Lao era sempre stato buono con lui.
“Puoi andare a prenderla?”
“Certo. Mi dia solo un minuto.” Landry spinse indietro la sedia. La maggior parte dei gioielli di valore era conservata in un armadietto chiuso a chiave nell'angolo più lontano del negozio, dietro due librerie piene di prime edizioni. Il signor Lao nascondeva sempre gli oggetti più preziosi nelle parti meno accessibili della bottega, in caso si verificasse una rapina. Facendosi largo tra mucchi di mobili traballanti, Landry tirò fuori la chiave dell'armadietto dalla tasca. La collana era sul ripiano inferiore, appoggiata sulla fodera di velluto nero che riempiva la scatola di pelle. Guardandola dal vivo, Landry era del tutto sicuro che si trattasse della stessa collana della fotografia. La prese, richiuse l'armadietto e trascinò i piedi per tornare da Gage. “Eccola qui.”
“È proprio lei.” Gage restituì la scatola con la collana a Landry prima di dare un enorme morso a uno dei muffin. “Questi non sono per niente male.”
“Non sono per niente male? Di cosa sta parlando? Ho appena scoperto che il mio capo è un ladro di gioielli e tutto ciò che a lei interessa sono i muffin?” Landry prese il suo caffellatte e ne bevve un lungo sorso, desiderando che fosse corretto con un po' di rum.
“Un piccolo test per valutare la tua onestà.”
“Neanche questo ha alcun senso.” Landry aveva voglia di battere i piedi sul pavimento, ma si limitò ad accigliarsi.
“Ho infilato tra le fotografie alcune immagini di oggetti legalmente acquistati nei vari negozi che ho visitato. Se avessi finto di non riconoscere la collana, avrei sospettato che tu avessi un secondo fine. Un mio collega ha scattato la foto di questa collana qualche giorno fa.”
Landry rimase a bocca aperta. “Lei… lei… non riesco a crederci! Ho rischiato di avere un infarto!”
Gage ridacchiò. “Ne è valsa la pena pur di vedere la tua faccia. Sai che le tue orecchie diventano rosse quando sei nervoso?”
“Non è vero!” Landry si toccò un orecchio. “E la smetta di guardarmi le orecchie, pervertito.” Si sedette, infilando la mano nella busta di carta alla ricerca di un biscotto. “Direi che mi deve caffè e biscotti per il resto della settimana.”
“Vuoi rivedermi, eh?”
“Può semplicemente passare da qui e darmeli prima di andarsene.” Non essendo abituato alla strana e imbarazzante sensazione che stava provando, Landry puntò lo sguardo sulle gocce di cioccolato nel suo biscotto.
“Non credo proprio. Dobbiamo uscire insieme, così posso spiegarti bene come funzionano le relazioni tra Dominatori e sottomessi.”
“Non l'ho mai vista nei locali dei dintorni… come fa a saperlo?”
“Semplice ricerca. Rimarresti sorpreso sapendo quante cose so di te.”
“Mi ha seguito?”
“Un paio di volte nelle ultime settimane. Il dipartimento ha tenuto d'occhio tutti i dipendenti dei negozi di antiquariato della città. Mi sono interessato a te in modo particolare dopo aver sentito parlare di alcuni luoghi che frequenti regolarmente. Sei appassionato di pelle e lattice, dico bene?” Gage sollevò il suo caffè in una sorta di brindisi.
“Io… forse?” Landry strofinò la punta delle scarpe da ginnastica sul parquet. “È sul serio un Dom o mi sta solo prendendo in giro?”
“Sono assolutamente sincero.”
Landry immaginò Gage vestito di pelle nera. Gli si seccò la bocca e il suo cazzo ebbe un sussulto. Sperò che la sua eccitazione non fosse troppo evidente.
“A che ora chiudi sabato?”
“È lei il detective. Lo scopra.”
“Spero ti piaccia stare in piedi, perché quando avrò finito di occuparmi del tuo culo insolente, non riuscirai a sederti per un bel po'. Verrò a prenderti all'orario di chiusura.” Gage spinse indietro la sedia, senza aspettare una risposta. Poi attraversò il negozio come se fosse suo.
Sconvolto, Landry lo guardò allontanarsi, chiedendosi cosa fosse appena successo. Scosse la testa. “Non c'è modo che un uomo così torni sul serio per me.” Afferrò il sacchetto con i dolci avanzati e li portò al bancone insieme al caffellatte quasi finito. “Ed è un vero peccato.”