Dopo aver svoltato l'angolo della stalla, Jax si bloccò di colpo. Merda. Logan era a petto nudo a tre metri di distanza e mostrava gran parte del... “Perché indossi quei jeans? Ogni volta che ti chini, metti in mostra metà del tuo sedere.”
Logan si alzò lentamente nel suo metro e novanta di altezza e sorrise. “Non ho ricevuto lamentele. Fino ad ora.”
Jax fece un passo avanti, agitato. “Chi potrebbe lamentarsi, quando regali brividi a buon mercato? Non è professionale. Ci sono clienti e fattorini che vanno e vengono ogni giorno.”
Logan alzò un sopracciglio. “Professionale?” Si guardò intorno. “Questo è un dannato allevamento di bestiame. Non vedo nessun professionista qui intorno. Siamo un branco di cowboy.”
“Non ho mai visto un cowboy indossare jeans a vita bassa che mettono in mostra quel dannato inguine. Tu sì? Perché non ti concentri sul tuo lavoro, invece di cercare di andartene in giro con l'aspetto di un bel pezzo di manzo?”
Logan fece numerosi passi avanti, fino a ritrovarsi a un centimetro dal premere contro Jax. “Questo sono io. Sono così e mi vesto così. Lavoro come un matto, ma se mi vuoi licenziare per aver mostrato ciò che Dio mi ha donato, fallo pure.” Si passò la mano sui tatuaggi maledettamente sexy che aveva sul petto. “Forse non vuoi semplicemente che gli altri guardino quello che vorresti nel tuo letto.”
Jax si infuriò e spinse contro il petto sudato di Logan. “Fai attenzione. Potrò anche averti assunto per fare un favore al mio fratellino, ma ci metterò un attimo a licenziarti, se superi i limiti della tua posizione.”
Logan gli rivolse quel meraviglioso sorriso da cattivo ragazzo, poi fece un passo indietro e alzò le mani. “Sei tu il capo, Boss.” Ritornò al cavallo sul quale stava lavorando e raccolse di nuovo il nettapiedi.
Jax non riuscì a tenere lo sguardo lontano dal sedere di Logan, quando si chinò. Fottuta civetta. Girò sui tacchi, svoltò di nuovo dietro l'angolo e si diresse dritto in ufficio. Si lasciò cadere sulla sedia e si guardò intorno nella stanza. Quel posto aveva davvero bisogno di una ripulita. Uno strato di polvere copriva ogni cosa e notò delle ragnatele che pendevano negli angoli. In verità non era sorprendente, visto che l'ufficio si trovava sull'angolo anteriore della stalla, ma sapeva di essere stato negligente nel tenerlo pulito. Aveva troppe altre cose su cui concentrarsi, per preoccuparsi della polvere e dei ragni.
Tirò fuori il programma di lavoro. Almeno, se qualcuno fosse entrato, avrebbe pensato che stesse facendo il proprio lavoro. La sua mente ritornò al giorno in cui Logan Miller era arrivato in sella alla sua Harley nera e grigia.
“La prossima settimana dovremo iniziare a fare i fieni. Assicurati che l'imballatrice sia in buone condizioni,” disse Jax a Neil.
“Lo farò.”
Il rumore di una moto che stava percorrendo a gran velocità la strada del ranch attirò la loro attenzione. “Cosa cavolo…?” Jax aprì la porta dell'ufficio mentre una Harley si fermava accanto alla stalla. Riconobbe subito quel viso, ma quel corpo? Accidenti, non poteva assolutamente appartenere al diciottenne che aveva conosciuto nel Montana.
Gli bastò guardare Logan, per sentire il pisello diventare duro.
Logan scese dalla moto sorridendo e si avvicinò subito a Jax. “Che bello vedere un viso familiare,” disse.
Colse di sorpresa Jax, quando lo strinse in un abbraccio. Le braccia di Jax circondarono automaticamente il nuovo assunto, e lui si stupì dei muscoli che guizzavano sotto le sue mani. Ingoiò quasi la sua stessa lingua, quando il pene di Logan gli strusciò contro lo stomaco. Anche lui ce l'aveva duro?
Jax fece un passo indietro e alzò lo sguardo. Con il suo metro e settantacinque, si era sempre considerato di altezza media, ma Logan lo faceva sentire come un bambino. “Quando cavolo sei cresciuto così?” La maggior parte della gente smetteva di crescere prima di compiere diciott'anni, ma evidentemente Logan si era sviluppato tardi. Doveva essere cresciuto di almeno dieci centimetri, dall'ultima volta che lo aveva visto.
Logan gli rivolse di nuovo quel sorriso da cattivo ragazzo, mentre apriva il giubbotto di pelle nera. Visto che non indossava nient'altro che una sottile canotta bianca, il corpo formidabile di quell'uomo era in piena vista. “Ti piace? Sono leggermente maturato, dall'ultima volta che sei stato a casa.”
“No, merda,” disse Jax, prima di riuscire a fermarsi. I suoi occhi scesero sul paio di jeans più sexy che avesse mai visto. Merda. Sono passati solo cinque minuti e mi sto già mettendo nei pasticci. Si girò verso Neil, che stava guardando Logan a bocca aperta. “Neil, mostra a Logan la sua stanza nella baracca. Sei fortunato: abbiamo soltanto quattro aiutanti compreso te, quindi avrai una stanza privata.”
Logan annuì e slegò il borsone dalla parte posteriore della moto. “Ho spedito qui alcuni dei miei attrezzi. Dovrebbero arrivare entro un paio di giorni.”
Jax annuì. “Nel frattempo, probabilmente abbiamo ciò di cui hai bisogno. Vieni in ufficio, dopo esserti sistemato,” disse indicando la porta in un angolo della stalla.
Logan si sfiorò il cappello di paglia consunto. “D'accordo.”
Dopo che Neil e Logan si furono allontanati, Jax si ritirò nel suo ufficio. Premette la mano sul rigonfiamento duro nei jeans. In passato si era lasciato trascinare dal suo pene in una storia disastrosa, che era durata due anni di troppo. Jax sapeva che quel bastardo non faceva per lui, ma accidenti, quell'uomo scopava da favola. Stava ancora cercando di riprendersi dalla vergogna che gli aveva procurato quella storia. Non avrebbe mai più permesso al cazzo di decidere della sua vita amorosa. Logan lavora per me ed è il miglior amico di Jakey, ricordò a se stesso. Sapeva che quello sarebbe dovuto diventare il suo mantra, se voleva sopravvivere, vivendo e lavorando nello stesso ranch con quell'uomo.
* * * *
Un colpo alla porta lo ridestò da quei ricordi. “Entra.”
Ezra aprì la porta con una spallata. “Hai un minuto?” chiese al responsabile.
“Certo, ma ti rendi conto che sei il proprietario di questo posto, vero? Non hai bisogno di bussare, prima di entrare nell'ufficio del tuo ranch.” Jax mise via il programma di lavoro e rivolse a Ezra la sua totale attenzione.
“Innanzitutto, questo è il tuo ufficio. Il mio si trova in casa. Non mi aspetterei mai che tu entrassi nel mio senza bussare, quindi sono felice di usare la stessa cortesia con te.” Ezra si tolse il cappello e si sedette sulla panca accanto alla porta.
“Mi sembra giusto,” disse Jax. “Cosa posso fare per te?”
“Volevo solo essere sicuro che tutto stesse andando liscio. So che io e Wyn abbiamo passato un sacco di tempo in montagna e volevo solo controllare.”
“Come sta venendo il club?” chiese Jax. Lo ski lodge che stavano costruendo avrebbe dovuto portare i turisti nella zona. Jax non sapeva bene se quell'idea gli piaceva oppure no, ma era ansioso di vedere il club all'interno del lodge, al quale Ezra e Wyn avevano lavorato così duramente.
“Bene. Davvero bene. Richard è stato la scelta perfetta, per dirigere quel posto. Ha già più idee di me e Wyn messi insieme.”
“Quando apre?” Amava vedere quell'entusiasmo sul viso di Ezra. Quell'uomo grande e grosso se ne era andato in giro a spaventare i residenti per molto tempo, ma era stato prima di Wyn.
“Non aprirà ufficialmente fino al diciassette gennaio, ma daremo una grande festa la sera di Capodanno, per condividere il progetto ultimato con gli amici,” disse Ezra ridacchiando. “Sì, riceverai un invito. Non ti escluderei mai.”
“Grazie. Sarà bello avere un posto diverso dallo Sheridan, quando ho voglia di fare un paio di balli.”
Ezra giocherellò con il cappello per qualche istante. “C'è qualcuno in particolare con cui pensi di ballare?”
“Assolutamente no,” disse Jax immediatamente, respingendo l'immagine di se stesso tra le braccia di Logan.
“Uhm. Credevo di aver visto delle scintille tra te e il nuovo ragazzo.”
“Niente affatto. Per quanto mi riguarda, Logan è solo un altro cowboy. Inoltre, quello che fa bene alla mia vita sessuale non coincide necessariamente con ciò che fa bene al mio cuore. L'ho imparato nel modo peggiore e non ho intenzione di ripetere lo stesso errore.”
Ezra alzò le sopracciglia. Jax sapeva che quelle notizie erano delle novità per lui: non era mai uscito apertamente con qualcuno a Cattle Valley. Il suo errore lungo due anni era stato commesso in gran segreto, cogliendo l'attimo in vicoli bui, sui cassoni dei furgoni o in motel economici fuori città. No. Ne aveva avuto abbastanza per una vita intera.
Lui ed Ezra parlarono per altri venti minuti del ranch e dell'incombente stagione dei fieni, prima che si accorgesse dell'ora. “Vieni con noi da Brewster per i tacos del martedì?”
“No, meglio di no. Brewster è ancora arrabbiato con me e Wyn, per l'apertura del club.”
“Peccato che vi dobbiate perdere i migliori tacos in città. Vuoi che te ne porti un mucchio?”
Lo stomaco di Ezra scelse quel momento per brontolare. Lui ridacchiò. “Mi sembra una buona idea,” disse tirando fuori il portafoglio dalla tasca posteriore. “Prendine venti circa, con contorno di patatine e salsa, e una porzione di fagioli messicani.”
Jax iniziò a ridere e scosse la testa. “Cosa vuole Wyn?” Rise ancora più forte, quando vide l'espressione sul viso di Ezra.
“Fai il furbo?” Ezra si alzò e si risistemò il cappello in testa. “Devo andare a cercare uno snack per calmare il mio stomaco, fino a quando non torni.”
“Okay. Non ci metteremo molto. I ragazzi hanno iniziato a guardare quella nuova serie poliziesca il martedì sera.” Jax alzò gli occhi al cielo. “La maggior parte di loro non riuscirebbe nemmeno a raccontarti di cosa parla, ma ti potranno sicuramente dire quante volte gli attori restano senza camicia o in biancheria intima in una certa settimana.”
“Anch'io,” disse Ezra. “Amo guardare quel programma.”
Jax stava ancora ridendo quando il grande capo uscì. Una volta solo, mise via il programma che doveva ancora ultimare e si passò il pettine tra i capelli. Entrò nella stalla, dove individuò Chaney e Trevor. “Siete pronti, ragazzi?”
“Sì. Stiamo solo aspettando Neil e Logan,” disse Chaney, infilandosi un filo di paglia in bocca.
A Jax si rizzarono i peli dietro la nuca. “Perché stanno facendo tardi?”
Chaney fece spallucce. “Non l'hanno detto. Sono appena usciti dal capanno degli attrezzi e hanno detto che avevano bisogno di dieci minuti per darsi una pulita.”
Jax si incamminò verso il suo pick-up bianco, sentendosi improvvisamente infuriato. “Non ho intenzione di aspettare. Voi ragazzi volete venire con me?”
Trevor e Chaney si scambiarono un'occhiata. Alla fine Chaney fece un passo avanti. “Io vengo. Trevor aspetterà gli altri.”
Jax guardò quel biondo dalla muscolatura esile. “Fai come vuoi.” L'ultima cosa di cui aveva bisogno era aspettare Logan, perché probabilmente lui se la stava spassando nel capannone. Rifiutò di sentirsi infastidito da tutto ciò. Logan poteva scoparsi chiunque volesse, non erano affari suoi.
* * * *
Logan tirò fuori la sedia di fronte a Jax e si sedette. “Grazie per aver aspettato,” mormorò.
Jax bevve un sorso di birra. “La prossima volta vedi di essere pronto ad andare. Partiamo sempre alle cinque, lo sai.” Si voltò e iniziò a conversare con Richard.
Dopo aver ordinato, Logan si alzò e si diresse verso il tavolo da biliardo. L'ultima cosa che desiderava, era guardare Jax che faceva l'amicone con quel cowboy alto uno e novanta che veniva da Tulsa. Buttò le monete sul tavolo e andò al bar a prendere un'altra birra. “Ciao, Kitty,” disse alla cameriera in piedi dietro al bancone.
“Ciao, bellezza,” lo salutò l'alta brunetta.
James Brewster riempì il vassoio di Kitty, poi si voltò verso Logan. “Un'altra?”
“Già,” disse lui, sollevando la bottiglia vuota. Gettò sul bancone un paio di dollari, mentre Brewster gli porgeva la bevanda. “Grazie.”
Vide il suo cibo posato sul tavolo, che con ogni probabilità si stava raffreddando, ma non era pronto a tornare lì. Aveva cercato di attirare l'attenzione di Jax in ogni modo possibile. Sembrava che ogni cosa che faceva riuscisse solo a far incazzare quell'uomo meraviglioso.
Accidenti, Jax era la ragione per la quale aveva confessato di essere gay. Non era stato sicuramente per le prospettive abbondanti nella sua città natale. Erano anni che aveva adocchiato Jax Brolin. Tutto quello che aveva fatto fino a quel momento, lo aveva fatto per lui. Logan sapeva anche che Jax era un cowboy fatto e finito, quindi aveva capito presto che quello sarebbe stato l'unico modo di farsi una vita con quell'uomo più vecchio di lui. Non che Jax fosse vecchio ma, quando sei un adolescente, otto anni sembrano decenni.
Qualcuno lo chiamò al tavolo da biliardo. Accidenti. La sua cena era già fredda, quindi tanto valeva fare una partita. Notò molte volte gli occhi di Jax su di sé, mentre si muoveva intorno al tavolo, mandando le palle in buca. Gli rivolse la schiena e si chinò sul tavolo, mostrando a Jax quello spettacolo. Mosse un po' i fianchi, mentre prendeva la mira per colpire. Un paio di ragazzi fischiarono e uno di loro ebbe persino il coraggio di dargli una pacca sul sedere, ma Logan li ignorò. L'unico uomo del quale desiderasse le attenzioni era ancora seduto dalla parte opposta della stanza.
Dopo aver vinto la partita, rifiutò di giocarne un'altra e andò a mangiare la cena ormai fredda. Il piatto di tacos non sembrava affatto appetitoso. Spiluccò il cibo per qualche minuto, cercando di far finta di non ascoltare la conversazione tra Richard e Jax.
Kitty portò un grosso sacchetto e lo posò sul tavolo. “Ecco la tua roba da asporto.”
“Grazie, dolcezza,” disse Jax tirando fuori i soldi e porgendoglieli. “Tieni il resto.”
Quando Logan vide che Jax si stava preparando a tornare al ranch, saltò su dalla sedia. “Ti dispiace darmi un passaggio?”
Jax prese il sacchetto e guardò il piatto pieno di Logan. “Non mangi?”
Logan fece una faccia disgustata e mise del denaro sul tavolo. “Mangerò una tazza di cereali o qualcosa del genere.”
Jax sembrò voler obiettare, ma Logan sapeva che il suo capo non aveva una scusa valida. “Vieni,” mormorò Jax, dirigendosi verso la porta.